La Storia ufficiale è dominata da personaggi maschili; a quelli femminili il più delle volte sono dedicate poche righe sui libri. Ed allora se è vero che “dietro ogni uomo c’è una grande donna”, Simona Patituccii e Tony Fornari danno voce a queste fimmine, un po’ mignotte e un po’ ingenue, per “costruire” non una contro-storia ma una storia parallela che corre all’ombra di quella più nota. E visto che siamo a Roma, al Teatro Belli, i due raccontano 10 grandi figure femminili storicamente accertate, ma anche no, a metà tra leggende ed archetipi femminili. Comunque Donne protagoniste della storia della Città Eterna dalla fondazione ai giorni d’oggi.
Accompagnati dalla voce off di Maurizio Mattioli, intraprendiamo un viaggio attraverso le storie di queste donne a cui viene restituita la Voce per raccontarsi in prima persona, rettificando alcune “inesatezze” storiche a partire dalla Lupa che allevò i due gemelli fondatori di Roma, Romolo e Remo. Ma quale Lupa. L’animale che trovò sulla riva del fiume i due gemelli e li crebbe allattandoli all’interno di una grotta è l’invenzione di un uomo dotato di una certa fantasia, tale Tito Livio. La verità ce la racconta la “vera Lupa” ovvero Acca Larentia, lupa tra i pastori per coltivare il mestiere più antico del mondo.
Messi i primi puntini sulle i, mettiamo gli accenti giusti sulle e, dando finalmente voce ad una delle 6 statue parlanti di Roma, l’unica rappresentante femminile della cosiddetta “Congrega degli Arguti”: Madama Lucrezia (o Lugrezzia in romanesco). Ammirabile all’angolo tra il Palazzetto Venezia e la Basilica di S. Marco – al capolinea dell’8 «pe capisse» – le violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire pesantemente e in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista nella Roma del XIV e XV secolo sono sempre state oscurate nell’immaginario collettivo da quelle ben più note di Pasquino. Una piccola rivincita insomma.
Il racconto procede presentando altre figure più o meno note come la ‘Fornarina’ e il suo rapporto ambiguo con il pittore Raffaello Sanzio; Agrippina madre di Nerone preoccupata dalle voci che la vorrebbero vittima di una congiura da parte del figlio; Donna Olimpia, l’omonima via di Monteverde, arrampicatrice sociale a cui Cenerentola si ispirò per le sue avventure; la Papessa Giovanna, tra mito e leggenda il primo e unico Papa donna, salito al soglio Pontificio alla morte di Papa Leone IV (17 luglio 855), con il nome di Giovanni VIII e poi decaduta causa parto davanti agli occhi dei fedeli. E ancora Elide, una delle sartine che fecero grandi la fabbrica delle moda delle Sorelle Fontana fino alla grande, immensa, bellissima Lina Cavalieri che dopo aver fatto perdere la testa a Gabriele D’Annunzio, ricevette ben 870 proposte di matrimonio, di cui 5 accettate e tra le 865 rifiutate si contano 6 suicidi.
Un viaggio commuovente, divertente, emozionante tra monologhi e canzoni grazie alla bravura e naturale simpatia delle cinque bravissime protagoniste. In pochi minuti riescono a far precipitare lo spettatore nelle vite di queste a modo loro “eroine”, creando un’empatia che avvolge e conquista. La parola si fa racconto, l’interpetazione si fa visione.
Un’immersione nella romanità e nella sua storia, senza pedanterie di sorta ma con molto divertimento.
Titolo | Noi Romane (Noantre) |
Autore | Simona Patitutcci, Tony Fornari |
Regia | Tony Fornari |
Musiche | Massimo Sigillò Massara |
Interpreti | Simona Patitucci, Valentina Martino Ghiglia, Alberta Cipriani, Ilaria Nestovito, Noemi Sferlazza |
Durata | 90' |
Produzione | The FabMax Company srl |
Anno | 2017 |
Genere | Popolare |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | fino al 9 Aprile 2017 al Teatro Belli di Roma |
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