Cinématique

C’è una scatola magica che permette di creare sogni. Bastano un foglio di carta, qualche sasso, acqua e due gocce d’inchiostro: così un blue screen si trasforma in un lago da attraversare o in una tempesta da sfidare. Le mani che spostano gli oggetti della scatola sono riprese da una telecamera e il proiettore che è collegato ad essa le fa apparire sul pavimento, ingigantite: come mani di un Dio creatore e artista, che dipinge lo spazio stesso in cui agisce.

Alla manipolazione in diretta dei materiali poveri subentrano sofisticate tecniche di computergrafica e i movimenti eleganti dei due protagonisti: giocoliere e danzatrice. Elemento artigianale, tecnologie digitali, circo, musica e gesto corporeo si intersecano con fluidità e sincronia sorprendenti: grazie al software eMotion sviluppato dagli autori di “Cinématique“, una momentanea sospensione dell’incredulità ci fa pensare che sia la danza stessa a generare le immagini, inseguendo la propria ombra fra sinusoidi e vortici, caverne e buchi neri.

Se il prologo e il finale hanno una cadenza onirica e più rallentata, nell’eterea acrobazia delle sfere e nelle cadute volontarie, il climax dello spettacolo esplode al momento del “superamento” della parete. Lo schermo verticale diventa superficie semitrasparente da oltrepassare e solcare con la luce: mentre nugoli di lettere, provenienti da onomatopee neofuturiste, si radunano come sciami di insetti attorno a una lampadina.

La compagnia francese Adrien M & Claire B, assieme ai giovani alter ego sul palco – Joseph Viatte e Marie Tassin – disegnano con “Cinématique” una piccola oasi teatrale di grazia e di incanto.