Presentato fuori concorso alla 73esima Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia, Tommaso – seconda fatica alla regia per Kim Rossi Stuart – è un film senza troppe pretese.
Il piccolo Tommi di Anche libero va bene (esordio alla regia nel 2005 per Kim Rossi Stuart) è ormai cresciuto ma sembra essere diventato vittima di se stesso. E’ un giovane attore che sembra non riuscire a gestire bene il suo rapporto con l’altro sesso, intrappolato in un continuo ripetersi di storie conclusesi dolorosamente, desideri e fantasie inconfessate e una profonda refrattarietà al cambiamento. Alla ricerca disperata della compagna perfetta, del film perfetto, della soluzione tra le braccia di una donna, Tommaso non riesce a sfuggire alla propria tendenza all’autosabotaggio. Ritrovatosi finalmente solo, sarà costretto ad affrontare quel bambino dentro di lui che tenta da sempre di evitare.
Kim Rossi Stuart scrive, dirige ed interpreta un personaggio – per sua stessa ammissione – quasi autobiografico; un pretesto per mettere a nudo quel “disagio relazionale (degli esseri umani) derivante dal bisogno assolutamente totalizzante di stringere legami sessuali e amorosi soddisfacenti”. La lente, quindi, non è quella di chi vuole generalizzare e fare analisi sociologiche, antropologiche o psicologiche di valenza generale e assoluta, ma solo raccontare una storia e una sola: quella di Tommaso. E’ proprio questo il quid che caratterizza la pellicola, oscillante tra onirico e reale ma che mai troppo si spende nella spiegazione didascalica e diretta dei processi mentali del protagonista. Se lui non li comprende e ne soffre, perchè noi dovremmo? Al massimo ne possiamo ridere. C’è infatti nei pensieri, nei gesti e nelle situazioni in cui viene a trovarsi Tommaso una perenne autoironia (forse di Kim Rossi Stuart stesso?) che ci spinge a provare un minimo di empatia per un caso umano tanto particolare, anche quando la sguardo dietro la cinepresa sia palesemente maschile e quello in sala femminile. Dall’esito, invece, forse non sempre felice – anche se alcune sono degne di nota – sono le sequenze surreali e le tentate allegorie che cercano di dare al film quel giusto carico di rappresentazione dei moti dell’animo “che la specie umana non può evitare”.
Così centrale il ruolo della donna nella vita di Tommaso da trovare al fianco di Kim Rossi Stuart: Jasmine Trinca ( il Do nella serie di relazioni non a buon fine), Cristiana Capotondi (energica e romantica Federica), Camilla Diana (una magnifica Sonia tutta carne e natura) e Serra Ylmaz (paziente agente di Tommaso)
Alla resa dei conti, però, il film sembra non coinvolgere come dovrebbe e, nonostante le buone intenzioni, appare a tratti un po’ troppo superficiale per aver un taglio psicologico, o un po’ troppo onirico per essere una commedia.
Tentativo quindi mancato? Non del tutto.
Titolo italiano | Tommaso |
Regia | Kim Rossi Stuart |
Sceneggiatura | Kim Rossi Stuart, Federico Starnone |
Fotografia | Gian Filippo Corticelli |
Montaggio | Marco Spoletini |
Scenografia | Alessandra Mura |
Costumi | Alessandro Lai |
Musica | Ratchew & Carratello |
Cast | Kim Rossi Stuart, Cristiana Capotondi, Camilla Diana, Jasmine Trinca, Dagmar Lassander, Serra Ylmaz |
Produzione | Palomar, Rai Cinema |
Anno | 2016 |
Nazione | Italia |
Genere | Commedia |
Durata | 93' |
Distribuzione | 01 Distribution |
Uscita | 08 Settembre 2016 |
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