Dallo
spettacolo del 1968 Il
gufo e la gattina al fianco di Walter
Chiari ne è passata di acqua sotto i ponti; ciononostante,
Paola Quattrini continua a mostrare al pubblico teatrale
le sue sfaccettature interpretative. Sul palcoscenico
romano del Teatro Quirino – Vittorio Gassman interpreta
Blance Du Bois nel classico Un
tram che si chiama desiderio, scritto
da Tennessee Williams nel 1947, con il quale vinse il
Pulizer nel 1948.
Blance, dopo il suicidio del marito Alan, la perdita
della casa e del lavoro come insegnate di letteratura,
decide di trasferirsi a New Orleans, dalla sorella Stella
(Carla Ferraro), che nel frattempo si è sposata
con Stanley Kowalsky, un polacco rude, primitivo, rozzo
e dai modi poco raffinati. Il mondo di Blance è
stravolto, le sue romantiche illusioni si sono trasformate
in ubriachezza e amarezza, disillusione.
Il rapporto con gli uomini è sfalsato. La vana
ricerca di sicurezza spinge Blance a illudere il sempliciotto
Mitch (Raffaello Lombardi), nel tentativo di farsi sposare.
A questo scopo altera “la realtà”,
tentando di trasformarla in “magia”: in
fondo “ha sempre confidato nella gentilezza degli
sconosciuti”.
Ben presto la verità viene a galla, una verità
fatta di alcol e perdizione. La sua discesa verso gli
inferi si conclude nel peggiore dei modi: con la violenza
fisica del cognato, che in questo modo trova finalmente
soddisfazione e con la reclusione in un l’ospedale
psichiatrico.
Per sottolineare lo scorrere del tempo, che conduce
lo spettatore verso il drammatico epilogo, il regista
Salvati ha scelto di inserire suggestivi brani musicali,
accompagnati dagli attori che aumentano la desolazione
emotiva interna a Blance. La scenografia è coinvolgente:
un tramonto fa da cornice a due tralicci della luce
e alla pedana – casa di Stella e Stanley, dove
la vita scorre tra birra, grida, bollenti bagni bollenti
rigeneranti e segreti inconfessabili. Il ruolo del provocante
americano di origini polacche Stanley è affidato
ad Enrico Lo Verso. Nonostante la buona volontà,
risulta difficile poter dimenticare anche solo per un
istante l’interpretazione di Marlon Brando.
Il primo tram si chiamava Desiderio. Il secondo, Cimitero.
La morte e la vita scorrono sullo stesso binario. [valentina
venturi] |
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