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Autore:
Prospero Richelmy |
Adattamento:
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Regia:
Walter Croce |
Scene:
Massimiliano Degli Abbati |
Luci:
Franco A. Ferrari |
Costumi:
Silvia Frattolillo e Chiara Ferrantini |
Musica:
Antonio Giampaoli |
Coreografie:
Claudia Scimonelli |
Produzione: CCS |
Interpreti:
Riccardo
“Galopeira” Angelini, Anna Jimskaja, Nadia
Rinaldi, Giorgio Gobbi, Stefano Ambrogi, Veronica Corsi,
Antonello Morrone, Massimo di Vincenzo, Marione Corsi,
Gianna Carlotta |
Anno
di produzione:
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Genere:
commedia musicale |
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Roma,
Piazza Pasquino. All’interno di questa ambientazione,
essenziale ma funzionale, ruotano le vite dei protagonisti
dello spettacolo “Te lo dò io Pasquino”,
presentato al Teatro Greco. Pasquino è la più
celebre statua parlante di Roma, divenuta figura caratteristica
della città fra il secolo XVI ed il XIX. All’epoca
ai piedi della statua, o al collo, si appendevano
nottetempo fogli con testi di satira in versi, per
colpire i personaggi pubblici più importanti,
papi compresi. Ebbene, nel 2008 per Pasquino (la voce
è di Marione Corsi) che compie cinquecento
anni, è giunto il momento di parlare, di incarnarsi
per 24 ore nel corpo di un uomo (Riccardo “Galopeira”
Angelini), per potersi esprimere con tutta la sua
forza: “Per un giorno posso dire quello che
me pare”. Gli viene perciò concesso di
interagire con i frequentatori della piazza, condividerne
i pensieri, i desideri, senza dimenticare di stimolarli
e stuzzicarli, utilizzando il linguaggio tagliente
e simpatico che gli appartiene.
Durante le due ore e mezza di spettacolo - da un’idea
di Antonio Giampaoli, che ha composto anche le musiche
-, lo spettatore in sala (in gran parte tifoso romanista,
seguace di Galopeira e Marione) si gode canzoni e
dialoghi in romanesco, la spensieratezza mischiata
alla tagliente polemica in perfetto stile Pasquino,
nella commedia musicale scritta da Prospero Richelmy.
Il cast è ricco e affiatato: c’è
il cantastorie misogino Riccardo Galopeira Angelini;
la prostituta russa, in patria ingegnere, Anna Jimskaya
(protagonista del film di Tinto Brass “Monamour”);
il portiere confusionario Massimo di Vincenzo; il
truffatore Stefano Ambrogi (presente nel terzo episodio
di “Grande, grosso e Verdone”); la suora
Nadia Rinaldi (sostituita egregiamente da Gianna Carlotta,
cantante dei Pandemonium e attrice di teatro); il
timido proprietario del bar della piazza Giorgio Gobbi
(emozionante la personale citazione-interpretazione
di Alberto Sordi), perdutamente innamorato della giovane
Veronica Corsi. Per non parlare del protettore Antonello
Morroni, davvero credibile nel suo accento russo.
Uno spettacolo leggero, pieno di riferimenti all’attualità
sportiva e intervallato da canzoni orecchiabili e
coreografie semplici. L’unica pecca imputabile
alla commedia musicale è troppa auto-referenzialità.
Il motto finale è da ricordare: “L’amore
è la vera rivoluzione”.
[valentina venturi]
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