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IL SORRISO DI DAPHNE
Autore: Vittorio Franceschi 
Regia: Alessandro D'Alatri
Scene: Matteo Soltanto
Luci: Paolo Mazzi
Suono: Federica Giuliano
Costumi: Carolina Olcese
Produzione: Arena del Sole, Nuova Scena, Teatro stabile di Bologna
Interpreti: Vittorio Franceschi, Laura Curino, Laura Gambarin
Anno di produzione: 2004 Genere: drammatico
In scena: vedi turnè a fondo pagina
Note: Testo vincitore del Premio “Enrico Maria Salerno” 2004; premio “ETI – Gli Olimpici del teatro” 2006; Premio UBU “Nuovo testo italiano” 2006
“Chissà se si perdono prima le vocali o le consonanti”. Domanda strana quella che si pone Giovanni, detto Vanni (Vittorio Franceschi). Domanda che forse può venire in mente solo a chi condivide il suo dolore e la sua inquietudine: professore di botanica, sui sessant’anni, sta per morire. Vive costretto su una sedia a rotelle a causa di una malattia degenerativa, nella casa di famiglia con l’onnipresente sorella Rosa (Laura Curino). Dopo aver trascorso la vita tra viaggi, esplorazioni, letture e ritrovamenti “da nobel”, si ritrova immobilizzato e dipendente in tutto e per tutto da Rosa.
Oltre ai due parenti, in casa vive un’altra entità: Daphne Giovannina del Borneo, la scoperta più importante della carriera di Vanni, e quarta protagonista in palcoscenico, con la sua presenza muta ed immutabile che scandisce il tempo. Ma allo studioso non interessano più i riconoscimenti terreni. Vanni desidera andarsene senza dare impiccio ai presenti, per poter lasciare un ricordo di se ancora cosciente e lucido. Ha un piano, gli serve solo un aiuto per metterlo in atto. La risposta alle sue domande può arrivare solo dall’amore: da Sibilla (Laura Gambarin), un’ex allieva con cui ha trascorso momenti indimenticabili. Tre anni prima il pudore e l’onestà intellettuale gli hanno impedito di portare avanti una relazione con una 24enne, ma ora è il momento delle decisioni definitive. Sarà lei a permettergli di superare lo stallo fisico, portandolo a suonare il violino nella penombra del ricordo... La ninfa vitale di Daphne, infatti, è costituita da un veleno (ironia della sorte), impossibile da individuare una volta ingerito. Il suo “nobel” diventa il tramite per liberarsi dall’infelicità. E sarà la devozione e l’onestà sentimentale a dare la forza a Sibilla di spezzare la preziosa fogliolina, che umetterà le labbra di Vanni.
Il resto è solo silenzio, pietà e ricordo.
Spettacolo da non perdere, Il sorriso di Daphne. Diretto da Alessandro D’Alatri, alla sua prima prova a teatro. Il tocco cinematografico non svanisce, ma viene filtrato all’interno dell’unica scena (una stanza con un letto, una scrivania e una libreria). Le pareti si trasformano grazie ad un elegante gioco di luci e ombre che ricreano finestre battute dalla pioggia e l’interno della cucina. Quella centrale, invece, è dominata da un’enorme libreria.
I tre attori in scena sono affiatati: il dolore, l’amore, la quotidianità e la gioia di vivere vengono trasmesse in platea con semplicità e immedesimazione nel testo, scritto dall’ottimo Vittorio Franceschi.
A Roma, la presenza in sala della vedova di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby hanno dato credibilità al tema trattato.
[valentina venturi]
In Turnè
dal 13 al 25 febbraio teatro Valle (Roma); 27/28 Teatro Godetti (Torino); Marzo: 1/4 Teatro Gobetti (Torino); 5 Teatro Municipale (Piacenza); 6 Teatro Asili (Correggio); 8/10 Teatro Sociale (Bellinzona); 12 Teatro Comunale Ristori (Cividale); 13 Latisana; 14 Teatro Astra (Vicenza); 15 Teatro Comunale (Casalmaggiore); 17/18 Teatro Savoia (Campobasso); 20/25 Teatro Bellini (Palermo); 27 Carpineto Romano; 28 Palestrina; 29 San Vito Romano; 30 Velletri; Aprile: 1 Teatro Cavour (Imperia); 2 Teatro Giacosa (Ivrea); 3/4 Teatro Sociale (Brescia); 11 Teatro Fraschini (Pavia); 12 Teatro Comunale (Gonzaga)