È
ritornata a casa Loretta Goggi, nello stesso Sistina
che la vide debuttare anni fa, nel lontano 1995. Il
suo spettacolo
Se stasera sono qui ha
girato l’Italia per ben due anni, riscuotendo
l’aspettato e meritato successo, prima di far
tappa a Roma. E il ritorno è in grande stile,
proprio come ce lo si aspetta da un’artista
come lei.
Un “One Woman Show” che ripercorre la
sua vita privata, la carriera, i sogni e le delusioni.
Le immagini si rincorrono su un tappeto di canzoni
che riportano indietro le lancette dell’orologio:
dalla storia d’amore nata sulle note de “L’aria
del sabato sera” con l’attuale “marito”
(simpatico il siparietto con il quale sceglie questa
definizione per il suo uomo: “compagno”
fa troppo sessantottino) Gianni Brezza, che ne firma
anche la regia, alla comica amarezza per non essere
diventata madre, dai successi lavorativi (Il bello
della diretta, Canzonissima, Festa di compleanno,
Canzoniere delle feste) fino alle ultime polemiche
su Salsomaggiore e la televisione. C’è
da dire che qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie:
dal palco invita gli spettatori ad abbonarsi al teatro
piuttosto che alla tv; lancia frecciatine, sempre
eleganti però, al direttore di Rai 1 Fabrizio
Del Noce (che diventa Del Nocciolo nell’imitazione
che ne fa) e all’onnipresenza televisiva del
dottor Costante (al secolo Maurizio Costanzo) e di
sua moglie Maria de Filippi.
Ma sul palco c’è soprattutto tanta musica:
la voce della signora Goggi è forte e toccante
quando percorre le note di “Anema e core”;
è carismatica e graffiante su quelle di “Cabaret”
e di “Night and day”; coinvolgente ed
emozionante nella dedica di “Roma nun fa’
la stupida stasera” allo scomparso Pietro Garinei.
Quasi tre ore di spettacolo un cui la Goggi imita,
canta, balla, intrattiene il pubblico. Alle sue spalle,
quasi in un déjà vu, l’orchestra
composta da sette elementi armoniosamente diretti
dal fidato Federico Caprinica. E insieme a lei, ad
accompagnarla per tutta la durata dello show, uno
strepitoso corpo di ballo: dieci giovani ballerini,
grintosi e preparati, danzano sulle coreografie di
Stefano Bontempi.
Una carrellata di emozioni si alternano sul palco
sottolineate dall’allegria dei costumi e dal
disegno luci che regalano un’atmosfera un po’
retrò, quasi fossimo ancora (o, forse, di nuovo)
agli anni dei suoi primi successi.
[patrizia vitrugno]