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Autore:
Neil
Simon |
Adattamento
e regia:
Claudio Insegno |
Scene:
Francesco Scandale |
Costumi:
Enrico Gimelli |
Musica:
Jacopo Fiastri |
Luci:
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Produzione:
Associazione
Il Globo |
Interpreti:
Marta
Altinier, Marco Cavallaro, Ilaria Giorgino, Franco Mannella,
Stefano Messina, Sabrina Pellegrino, Renato Sannio, Roberto
Stocchi |
Anno
di produzione:
2008 |
Genere:
commedia |
In
scena:
fino all’8 Maggio al Teatro Vittoria, Piazza S.
Maria Liberatrice, 10 - Roma. Tel. 06.5740170 www.teatrovittoria.it |
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Prendete
un lussuoso ufficio al 23° piano di un grattacielo
di Manhattan tra la 5ª e la 6ª Avenue, prendete
un gruppo di autori squinternati e litigiosi, prendete
poi una segretaria svampita che sogna di diventare
autrice ed, infine, prendete un comico ad alto tasso
etilico... Miscelando con cura risate e nevrosi, troverete
la ricetta esilarante del Max Prince Show.
Sette autori molto diversi fra loro, dall’ipocondriaco
perennemente in ritardo – il “flessuoso”
Franco Mannella – al giovane precario alle prime
armi, che si afferma per aver incendiato il tavolo,
si riuniscono ogni mattina al 23° piano per scrivere
le divertenti puntate del “Max Prince Show”
che da molti anni accompagna il sabato sera degli
americani con argute e raffinate battute su Giulio
Cesare malgrado l’ondata dilagante della televisione
spazzatura.
Come sempre il tempo scorre via tra uno scherzo ed
un litigio, tra il consueto addio all’autore
irlandese che si trasferisce a Hollywood senza mai
spostarsi da New York e la descrizione dell’ennesima
malattia mortale di quello ebreo; e come sempre Max
Prince (Claudio Insegno), raggiunge i suoi fedeli
autori, che sono peraltro profumatamente pagati ed
insieme guadagnano più del governatore di New
York. Diversamente dal solito, però, l’ansia
di Prince cela la preoccupante consapevolezza che
il programma è stato accorciato di ben mezz’ora.
È solo l’inizio di una parabola discendente.
Il soggetto di Neil Simon, adattato, diretto ed interpretato
egregiamente da Claudio Insegno, segue il gruppo di
autori in tre fasi: l’annuncio dell’accorciamento
dello spettacolo, l’obbligo di tagliare le spese
e rinunciare quindi ad un insostituibile collaboratore
e l’epilogo dello spettacolo, nella realtà
e nell’opera. “Risate al 23°”
piano è una commedia agrodolce, che diversamente
dai classici americani a cui siamo abituati non regala
il classico lieto fine, eppure offre una scatenata
ilarità e una piacevole ebbrezza comica. Strizzando
l’occhio alla spietata contemporaneità
dipendente dall’audience e dal cattivo gusto,
riesce a riportare alla ribalta i valori dell’onestà
intellettuale e dell’amicizia.
[paola di felice]
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