In
cosa consiste l’“effetto sambuca”?
Cosa accade quando due compagnie teatrali si ritrovano
nello stesso ristorante dopo la fine di uno spettacolo?
Gli attori sono davvero tutta “gente matta”?
A dare una risposta a tutte queste domande, intervallandole
con canti, balli, giacche di paillettes e scenette esilaranti
è Christian De Sica, mattatore del teatro Sistina
fino all’8 aprile.
La scena si apre con una scala movibile, dove il corpo
di ballo del musical introduce gli spettatori a suon
della colonna sonora di “Chicago”, ma è
l’entrata in scena del mattatore De Sica a tenere
sulle spine la platea. Dopo una dedica a Pietro Garinei
e aver cantato qualche canzone d’epoca, il figlio
di Vittorio racconta le sue esperienze dietro le quinte
del baraccone teatrale, le sue aspirazioni, gli improbabili
provini e l’amore infinito verso il relativamente
ingombrante padre.
Tra le tante situazioni tipo, c’è quella
con la soubrette vagamente raccomandata. Bisogna spiegarle
come scendeva dalla scala la regina del varietà
(Wanda Osiris). Tra aneddoti e risate, diventa possibile
farlo anche se si sceglie come sottofondo musicale la
sigla del cartone animato “Heidi”, grazie
alle notevoli capacità canore del padrone di
casa.
Lo spettacolo dura un’ora e quaranta minuti: scorrono
velocemente. Tutti i minuti, o quasi, vedono in scena
Christian De Sica, che ha dichiarato: “Nello spettacolo,
un omaggio a tutti i generi del teatro racconto un po'
la mia vita e la mia esperienza professionale, i miei
incontri con altre compagnie, le speranze, gli amori,
spiego perché ho iniziato a fare l'attore e le
suggestioni che mi hanno indirizzato su questa strada.
Tutto questo insieme ad una compagnia molto brava e
ad un'orchestra completa di venti elementi”. Gli
autori di questa carrellata di sapore malinconico sono
gli amici di vecchia data Maurizio Costanzo ed Enrico
Vaime. [valentina
venturi] |
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