Sospeso
tra finzione e realtà, è una dedica
appassionata lo spettacolo scritto per Christian De
Sica da Enrico Vaime e Maurizio Costanzo che, per
la seconda volta in due anni, registra il “tutto
esaurito” al Teatro Sistina di Roma.
Il teatro nel teatro, raccontato alternando ricordi
di famiglia a gag che descrivono la “pazza”
vita degli attori. Dal primo regalo ricevuto –
un piccolo teatro giocattolo – al primo provino,
dai sogni di un ragazzo che balla e canta davanti
allo specchio di casa, fino al debutto davanti a un
pubblico reale. Sullo sfondo le immagini della sua
vita nelle quali scopriamo l’anima e le paure
di un “primattore”.
“Parlami di me” è quindi un omaggio.
Innanzitutto al grande Vittorio De Sica, ma non all’uomo
di spettacolo, piuttosto al papà. A lui si
rivolge Christian in un emozionante dialogo/monologo
con lo sguardo puntato in alto, a destra, a guardare
un cono di luce. “Come faccio a diventare grande?”,
gli chiede. Ma la risposta ce l’ha già:
il più grande segreto per un attore è
proprio quello di restare eternamente bambino…
E allora la parentesi intimistica lascia il posto
al gioco: un divertente “Mambo Italiano”
del grande Carosone riaccende la scena, lasciando
il posto alle coreografie di Franco Miseria. Ma è
un omaggio anche alla commedia musicale e al genio
di Garinei e Giovannini: la platea, come sempre, non
resta indifferente alle note di “Roma nun fa
la stupida stasera” di Armando Trovajoli.
Quando il palco si illumina, grazie alle splendide
luci di Gianni Mastropietro che regalano un’atmosfera
da Broadway, De Sica dà il meglio di sé:
eccolo passare con disinvoltura da “Parlami
D’Amore Mariù” (simbolo musicale
di papà Vittorio) ai grandi successi di Frank
Sinatra e Liza Minelli; oppure danzare il tip tap
assieme al corpo di ballo. Il tutto supportato dalla
Universe Orchestra composta da 20 elementi e diretta
dal Maestro Marco Tiso, che dona la magia di quegli
anni.
Accanto al protagonista un gruppo affiatato che, nelle
parole dello stesso attore, è definito “un
gruppo di amici in gita”. Una bella sorpresa
la performance di Paolo Conticini, amico e collega
di molti lavori dello stesso De Sica, che si rivela
non solo un’ottima spalla ma anche un bravo
cantante.
Uno spettacolo completo, semplice e corale, vincente
nei momenti musicali più che nelle gag che
a volte risultano poco “brillanti” ed
esilaranti.
[patrizia vitrugno]