Sentirsi
topo o pantera, questo è il problema.
Miss Universo, il nuovo
spettacolo di Angela Finocchiaro, in scena fino al
2 marzo al teatro Ambra Jovinelli, analizza in modo
scanzonato le nevrosi della donna moderna, costantemente
afflitta da un dualismo interiore tra il sentirsi
aggressiva ed intrepida e le ansie ed i limiti della
propria inadeguatezza verso il mondo.
Laurina è una donna di mezza età ipocondriaca
ed insoddisfatta. Un pomeriggio, durante la consueta
attesa nello studio del dermatologo, spezza il tran
tran quotidiano innescando un improbabile concatenarsi
di eventi.
Dopo il trionfo cinematografico ottenuto con La bestia
nel cuore di Cristina Comencini, Angela Finocchiaro
regala un’altra interpretazione da manuale,
moltiplicandosi e trasfigurandosi in cinque personaggi
paradossali: il mediocre dermatologo, un idraulico
dogmatico, un antennista sintonizzato sulle frequenze
divine e una sorprendente schiera di divinità
inedite.
Con la complicità dei testi di Walter Fontana
(autore televisivo di Aldo Giovanni e Giacomo, di
Claudio Bisio e della Gialappa’s Band), scopriamo
che l’esistenza del nostro universo è
legato a un filo sottilissimo ed anche un herpes che
non vuole andar via può essere alla base di
un cataclisma irreversibile. In fondo la vita altro
non è che il rapporto tra l’uomo ed il
Fornitore e questo vale sia per uno scaldabagno che
non vuol funzionare, che per un’emozione piacevole
che tarda ad arrivare. Su tutto troneggia il dio fornitore,
vero e proprio deus ex machina che in veste di manutentore,
affaticato da un lacunoso libretto d’istruzioni,
si adopera per risolvere le falle del mondo, coadiuvato
dall’eroico antennista di Cesano.
L’ironia è la componente fondamentale
dello spettacolo che nel surreale dipanarsi dell’intreccio
suscita una divertita e consapevole riflessione sulle
nostre contraddittorie esistenze.
[paola di felice]