Lascio alle mie donne
Autore: Diego Fabbri
Regia: Nanni Fabbri
Scene e costumi: Giorgio Ricchelli
Luci: Alberto Trabucco
Musica: Stefano Marcucci
Produzione: Broken Silence
Interpreti: Lello Arena, Angiola Baggi, Sebastiano Tringali, Tiziana Bagatella, Luciana Negrini, Emanuela Trovato
Anno di produzione: 2007 Genere: commedia
In scena: Teatro Italia, fino al 10 Febbraio - Via Bari 18, Roma - Tel. 06.44.23.92.86

Al Teatro Italia fino all’10 Febbraio è in scena Lascio alle mie donne del drammaturgo del Novecento Diego Fabbri.
Una piacevole commedia incentrata sul tema dell’amore, da intendersi come tensione morale: il noto avvocato di provincia Renato Severini muore bruscamente incaricando l’amico notaio e socio dello studio (Lello Arena) di dare lettura delle sue volontà. Un testamento sorprendente: il caro estinto lascia tutto il patrimonio alle sue donne, ovvero l’intelligente e ragionevole moglie Virginia (Angiola Baggi) e l’intraprendente giovane amante Olga (Tiziana Bagatella), a patto però che queste si frequentino per almeno un’ora e per un anno intero. Le bizzarre imposizioni del testamento creano così una rivisitazione del triangolo borghese: lui, lei e l’altra. Le due “vedove” si frequenteranno spinte dalla curiosità, malsana ma umana, di conoscere dettagli inediti del proprio amato. Abbandonano le gelosie, i rancori ed il gioco delle parti, riscoprendo l’amicizia in nome del perduto amore. Ma a complicare il tutto subentra un’ulteriore beneficiaria: la giovane dattilografa Isabella (Emanuela Trovato).
A quanto pare lo stimato avvocato Severini era un uomo irresistibile, capace di mantenere un fitto intreccio di rapporti clandestini - persino la non più giovane cameriera Sofia (Luciana Negrini) confessa di aver con lui un’intesa particolare –, ponendosi come prosecutore ideale del “Seduttore”, di Diego Fabbri, la cui moralità non appare però scalfita. Del bailamme femminile partecipa suo malgrado anche il notaio, che supportato dall’invadente aiutante Gaetano (Sebastiano Tringali), è obbligato a sorvegliare gli incontri delle vedove; Enrico finirà per scoprire il piacere dell’amore e del batticuore, trovando nei sentimenti la vera ragione di vita.
Il testo del 1969 – interpretato per la prima volta da Paolo Stoppa e Rina Morelli -, è quanto mai attuale. Perfette le scenografie senza tempo di Enrico Benaglia, che utilizza una molteplicità di ambientazioni familiari presentate in qualità di archetipi del quotidiano.
Le donne sono il fulcro della commedia ed incarnano le diverse generazioni: Virginia la moglie rispettabile e comprensiva, Olga promotrice dell’emancipazione femminile ed infine Isabella, testimone della nuova generazione, libera e pura che agisce in nome dell’amore, aldilà degli schemi sociali. I costumi contribuiscono ad esaltare la componente comica dell’opera, come l’uguaglianza dei regali delle vedove ammantate di sontuose e tradizionali pellicce di visone. Ma sono anche il simbolo dei diversi strati sociali e generazionali: l’audace minigonna in stile Mary Quant di Isabella porta infatti con sé tutta quella rivoluzione culturale legata a agli anni ’60.
Lascio alle mie donne è una commedia piacevole, che rapisce e diverte gli spettatori, trascinandoli nella tradizione del teatro che ben si incarna in un attore “Doc” quale è Lello Arena. [paola di felice]