Arturo
Cremisi (Vincenzo Salemme) è il protagonista della
serie Tv “Un bambino a metà”. Ma è
meglio riferire la definizione della madre (interpretata dal
mito del teatro Anna Proclemer), che lo apostrofa dicendo
che “fa i teatrini”!
Nella finzione è l’affettuoso padre di Federico
(Giulio Maria Furente), ma nella vita reale i due sono nemici,
in perenne competizione. Il bimbo, infatti, tenta di metterlo
in cattiva luce, anche attraverso l’aiuto della madre
(una Iaia Forte vagamente spaesata), piena di livore dopo
essere stata scaricata da Arturo.
A stravolgere la vita dell’attore sopraggiunge Mirko
(Leonardo Bertuccelli), bambino di sei anni, orfano di padre
da poco e, a causa di un transfert psicologico, convinto che
Arturo sia la sua figura paterna. Il ragazzino scappa e ad
Enrico Pignataro (Sergio Rubini), agente dell’attore,
non sembra vero: coglie al volo la situazione, chiamando le
televisioni per pubblicizzare l’evento e mettere in
luce la bontà d’animo del suo assistito che si
preoccupa della sparizione.
A poco a poco, realtà e finzione si mischiano: Arturo,
desideroso che Mirko stia bene, si finge il padre, al punto
da trasferirsi a casa sua, con il relativo consenso della
scontrosa madre Irene (Aylin Prandi) e l’improbabile
presenza dello zio Antonio (Giorgio Panariello), affetto da
personalità multipla.
La nuova pellicola di Salemme, la nona, arriva ad un anno
esatto dall’uscita di SMS –
Sotto mentite spoglie. No problem
vorrebbe essere una critica al mondo delle fiction e dei programmi
che ti obbligano a “indossare il loro personaggio anche
nella vita di ogni giorno.
Il film aspira ad essere una metafora del successo: oggi tutto
dipende dai dati auditel e dall’immagine che dai di
te”. Ma alla fine è una commedia leggera, senza
una trama solida che supporti le relazioni dei vari personaggi
e con gag elementari. La regia è pulita, consequenziale
e con pochi colpi di testa. Una commedia da poco, con un lieto
fine tanto scontato quanto superfluo.
[valentina venturi]