Mona
in sella al suo nuovo motorino privo di motore, Tamsin
in sella al suo cavallo bianco nella brughiera di un tranquillo
paesino dello Yorkshire. In questa atmosfera lirico-pastorale
avviene il primo incontro di un’amicizia che, si
intuisce da subito, sarà tanto intensa quanto distruttiva.
Mona, aspirante pittrice vive con il fratello –
Phil - prigioniero di un delirio mistico; Tasmin ricca
e viziata conduce una vita decadente e intenzionalmente
trasgressiva. Due opposti che si attraggono reciprocamente
in un vortice di intima conoscenza culturale, sociale,
sessuale. |
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Un
film che vorrebbe raccontarci le piccole trasgressioni
che minano l’adolescenza attraverso un tocco leggero
alla Rohmer ed una fotografia che accentua i toni caldi
dell’estate afosa per esaltare i primi brividi pruriginosi
delle due ragazze.
Fatto stà che il film dopo un avvio piacevole scivola
sul territorio del già noto, del già visto
nel rapporto tra le due ragazze, mentre l’unico
elemento di destabilizzazione di un universo assai troppo
perfetto per apparire credibile e perno narrativo della
storia, risulta essere il personaggio di Phil e |
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dell’ambiguo
rapporto che insatura con entrambe le ragazze. Un po’
poco per un film che si lascia comunque vedere grazie
alla bravura delle due protagoniste, Natalie Press e Emily
Blunt, tra loro così lontane ma nello stesso tempo
così complementari.
Ispirato al romanzo omonimo i Helen Cross (di prossima
pubblicazione per Fandango Libri) e diretto da Pawel Pawlikowsi,
autore di quel Last Resort
presentato al Festival di Venezia nel 2000 e vincitore
lo stesso anno del premio BAFTA come Miglior Regista Esordiente
e Premio |
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Miglior
Film al Festival di Edimburgo, My
Summer of Love è uno di quei classici film
di fine stagione, che pur vedendosi con piacere entrano
ben presto nel reparto dimenticatoio della nostra memoria.
Adolescenziale. [fabio melandri] |
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