Un
gruppo di persone, dietro il misterioso invito di un conte,
si ritrova a cenare e a condividere un’intera notte
all’interno di una villa palladiana. La speranza di
ciascuno è che l’invito sia legato alla vendita
della villa: tutti, infatti, ne vorrebbero entrate in possesso.
Gli invitati sono rappresentanti di un’umanità
eterogenea: nobili decaduti, volgari arricchiti, gay di sangue
blu, servitù alienata, guardie del corpo mitomani.
La morte accidentale di uno degli ospiti cambierà il
tono della serata e la sorte di ciascuno degli invitati. Antichi
e nuovi rancori verranno a galla, tra verità inconfessabili
e confessioni sorprendenti: sotto il segno di un’avidità
grottesca e foriera di sventure.
Misstake è un tentativo di aprire una via nuova al
cinema italiano. Non la classica commedia italiana, ma un
noir con venature grottesche che si rifà ad una tradizione
del giallo anglosassone da Invito a
cena con delitto a Signori il
delitto è servito, che il neoregista di derivazione
televisiva Filippo Cipriano condisce di un surrealismo spagnolo
alla Alex De La Iglesias (Crimen Perfecto).
Anche il canale distributivo ad opera della Millenium Storm
è originale: 30 copie stampate per le sale ed un nuovo
canale di distribuzione alternativo per raggiungere sale cinematografiche
attrezzate per le proiezione digitali attraverso l’invio
di un semplice file, grazie al circuito Microcinema.
Misstake si presenta come un film low budget, con una scelta
di produzione a basso rischio: un approccio necessario alla
produzione – Ulisse Lendaro insieme alla Alto Verbano
Pictures di Giacomo e Francesca Pozzetto - per poter realizzare
i propri progetti e svincolarsi dalle difficoltà del
cinema italiano. Linea di condotta che si rispecchia anche,
e soprattutto, nelle scelte artistiche: l’approccio
è quello dell’ottimizzazione delle risorse e
dei risultati. L’obiettivo è quello di cercare
storie che attraggano e appassionino il pubblico. Guardare
alla realtà, e dalla realtà trarre spunto per
“riscriverla” in forma cinematografica.
Girato nella magnifica Villa Canal a Grumolo delle Abbadesse,
in provincia di Vicenza, avvalendosi di un cast composito
che va da Anna Valle a Remo Girone, da Victoria Zinny a Guido
Palleggiano, dall’ex letterina di Passaparola Sara Zanier
a Marco Massari, Misstake si impantana ben presto nelle sabbie
mobili di una sceneggiatura logorroica con dialoghi di un
acceso barocchismo, di una regia sin troppo mobile e sin troppo
assoggettata alla computer grafica ed agli effetti visivi
di cui il film è abbondantemente impregnato, di una
recitazione che sebbene volutamente sopra le righe, risulta
per lo più monocorde, strillata, fastidiosa; la morale
che non c’è moralità è sin troppo
costruita ed artificiale per potergli dare un che minimo di
credito.
Lo spunto, buono per un cortometraggio, non regge se diluito
nei 90 minuti del lungometraggio.
[fabio
melandri]