In
questo film, Emir Kusturica celebra l’incredibile storia
di Diego Armando Maradona: eroe sportivo, dio vivente del
calcio, artista brillante, campione del popolo, idolo in disgrazia
e fonte di ispirazione per milioni di persone in tutto il
mondo.
Da Buenos Aires a Napoli – fino a Cuba – Emir
Kusturica segue le vicende di quest’uomo straordinario,
dalle sue umili origini alla sua fama mondiale, dalla sua
spettacolare ascesa alla tragica caduta.
Un documentario unico sul ‘calciatore del secolo’,
girato dal suo fan più grande.
L’INCONTRO
Il 2005, l’inizio: Emir Kusturica annuncia ufficialmente
il suo progetto per un documentario su Diego Maradona: “Il
primo film”, spiega “che racconterà tutti
gli aspetti della vita di Maradona”.
Il rinomato regista, vincitore di due Palme d’Oro a
Cannes e di numerosi altri premi internazionali, intende documentare
la vita del più grande calciatore di tutti i tempi!
La notizia esce su tutti i giornali del mondo. Le riprese
inizieranno a Buenos Aires, per continuare a Napoli, tappa
importante nella vicenda sportiva di Maradona, e quindi a
Cuba, la sua città adottiva, e a Belgrado, patria del
regista: “La mia intenzione nei prossimi cinque mesi
è di scoprire la vera personalità di Maradona”.
Questo film è testimone dell’incontro unico fra
due titani, uniti dall’eccesso, dalla passione e dal
genio. Nessun altro regista avrebbe mai potuto comprendere
a pieno l’enigmatica miscela esplosiva che Maradona
incarna, nessun regista al di fuori di Kusturica avrebbe mai
potuto guadagnarsi la fiducia e l’amicizia di questo
grande campione: “Ho sempre sognato di fare il calciatore
e a modo mio, l’ho fatto”. Per la prima volta
nella sua vita, Maradona ha accettato una piena e stretta
collaborazione con un filmmaker, mettendosi a nudo davanti
alla macchina da presa, rivelando l’uomo dietro al mito.
Buenos
Aires, 2 aprile 2005: è il compleanno di Dalma, la
figlia più grande di Maradona. C’è anche
Kusturica, con due cineprese e una piccola troupe. Maradona
lotta contro i suoi demoni e le tracce che hanno lasciato
nel suo corpo: problemi al cuore, al ginocchio, sovrappeso.
E’ difficile credere che quest’uomo vivrà
una resurrezione, come la fenice. “Il giorno che l’ho
incontrato è stato memorabile, migliore di quel che
mi aspettavo”, racconta Kusturica. “E’ una
forza della natura, emana emozione, fascino e una grande forza.
Un essere umano unico. Quattro giorni dopo, al Soul Café,
le più grandi star della musica latino-americana si
riuniscono per festeggiare ‘El Pibe de Oro’, “Il
ragazzo d’oro”. Tutti cantano e Kusturica viene
invitato sul palco.
Il regista e il calciatore. Lo zingaro e il musicista rock.
Due artisti vis-à-vis. Il viaggio può iniziare.
Da quel momento, i due uomini non fanno altro che esprimersi
la reciproca ammirazione. Nel maggio 2005, Diego Maradona
partecipa al festival di Cannes perché Emir Kusturica
è Presidente della Giuria. I due trascorrono folli
notti insieme. Invitato nel programma televisivo di Diego
Maradona, nel novembre 2005, Emir Kusturica viene presentato
dal calciatore come suo fratello, un grande regista. Si esibiscono
persino in qualche palleggio insieme. Il 4 novembre 2005,
al Summit of the Americas, Kusturica prende parte a un movimento
di protesta organizzato contro l’arrivo di George W.
Bush in Argentina. Il regista riprende Diego Maradona nel
pieno della sua lotta politica: “Sono colpito dalla
sua visione del mondo, dal suo umorismo e umanità”.
Il 1 febbraio 2008, durante un concerto della No-Smoking Orchestra
a Madrid, Diego Maradona, che assiste allo spettacolo da una
tribuna teatrale, sale sul palcoscenico e danza con Emir...
La magia di questo film nasce da un’alchimia umana e
cinematografica.
LE
RIPRESE
Due giganti. Politicamente scorretti, esagerati e ribelli.
Si incontrano, fanno amicizia, confrontano i propri tatuaggi
e le cicatrici di battaglia. Uno è nato 45 anni fa,
nei bassifondi di Buenos Aires, e da giovanissimo è
già una leggenda del calcio. L’altro è
cresciuto a Sarajevo, in un paese che non compare più
sulle cartine geografiche, e ha vinto numerosi premi fra cui
due Palme d’Oro. L’uno scrive, produce, recita,
dirige e suona con la No-Smoking Orchestra. L’altro,
ex dio vivente del calcio ed ex angelo caduto, si è
reinventato come buon padre, presentatore televisivo, allenatore
e vice presidente di una squadra di calcio.
Due irreverenti e inarrestabili personaggi ‘rock’,
uniti da mesi e mesi di movimentate riprese: una sorta di
‘road movie’ sullo straordinaria vita, passata
e presente, di Diego Maradona. Villa Fiorito, Buenos Aires:
dopo oltre vent’anni, Maradona fa un’improvvisa
comparsa nei quartieri poveri delle sue origini: “Pur
essendo ricco, Maradona non rinnega il suo passato, non ha
perduto l’anima. E’ stato molto commovente, Diego
è un eroe per questa gente. Lo hanno accolto con affetto,
sembrava che non se fosse mai andato da lì”,
dice Kusturica.
Nella casa in cui è cresciuto, la star e il regista
parlano di cosa significa diventare adulti, della famiglia,
del calcio. E di politica. Entrambi ammirano il Che, entrambi
si oppongono al neoliberalismo, all’imperialismo e a
Bush. L’altra casa di Maradona a Buenos Aires è
‘La Bombonera’, lo stadio in cui Maradona e Kusturica
partecipano al party in onore della mitica squadra argentina
Boca Juniors. La folla impazzisce e saluta Maradona come un
dio. A Buenos Aires si celebrano finti matrimoni dissoluti,
fra puttane e puttanieri, organizzati e ‘consacrati’
nel leggendario Cocodrilo, un bordello con lap dancer, sponsorizzato
dalla Chiesa Maradoniana. Questa chiesa, che conta oltre 100.000
fan, è stata fondata nel 2000.
La congregazione si incontra 4 volte l’anno: a Natale,
il 30 ottobre, per il compleanno di Maradona, a Pasqua, e
il 22 giugno, il giorno in cui Maradona fece goal con la mano.
Belgrado, giugno 2005: un’altra città folle,
in qualche modo gemella di Buenos Aires. Dopo un incontro
con il Primo Ministro, Maradona e Kusturica visitano il famoso
stadio della Stella Rossa, in cui l’ex calciatore ricrea
uno dei migliori goal della sua carriera, che portò
alla vittoria la squadra del Barcellona, Barça, nel
1982. I due uomini giocano nello stadio vuoto, come fratelli.
Maradona sembra di nuovo giovane: ha perso 40 chili da quando
sono iniziate le riprese.
Napoli, tardo giugno 2005: l’eroe che ha restituito
l’orgoglio alla sua città è tornato. In
pochi secondi le strade si popolano. Sembra una rivolta. Lacrime,
isterismo, gioia… alcuni dei tifosi sono troppo giovani
per aver vissuto i giorni della gloria di Maradona.
Torniamo a Buenos Aires: il viaggio finisce là dove
era iniziato: “Il film mostrerà ‘I tre
Maradona’ che ho scoperto durante la lavorazione: il
calciatore, il cittadino politicamente scorretto che combatte
contro le politiche unilaterali degli Stati Uniti, e il padre
di famiglia”, dice Kusturica. Un nuovo Maradona, rivitalizzato,
concede la sua ultima intervista a Kusturica. Il viaggio è
finito. Una nuova vita ha inizio per Diego.
IL
FILM
Il film ci conduce lungo lo straordinario percorso di Maradona,
nell’anno che Kusturica definisce “La rinascita
di Maradona”: la sua vita e la sua carriera, i suoi
trionfi e le sconfitte, i luoghi chiave della sua vita –
Buenos Aires, Cuba, Napoli – fino al momento decisivo
della sua rinascita. Dalle sue umili origini di Villa Fiorito,
all’odierna Buenos Aires dove vive oggi con sua moglie
e le loro due figlie. L’idea era di fare luce sul desiderio
non ancora realizzato da Maradona, e cioè quello di
“creare un’armonia in famiglia”, mostrando
un film che mira al cuore dell’individuo, sotto lo sguardo
unico di Emir Kusturica.
I due volti di Maradona. Da un lato, l’uomo pubblico,
l’eroe, l’icona, ma anche l’uomo politico,
impegnato e appassionato, amico di leader del calibro di Fidel
Castro, coraggioso oppositore della globalizzazione. Dall’altro,
Maradona come nessuno l’ha mai visto prima, il Maradona
privato: la sua vita familiare, le sue speranze, le sue paure,
le sue gioie e le sue frustrazioni. Attraverso Kusturica,
Maradona ci invita ad assistere alle sue trasformazioni, rivelando
l’umiltà fondamentale che non lo ha mai abbandonato.
L’opportunità unica anche di rivivere la felicità
che Diego Maradona ha regalato a tutti noi nel corso degli
anni.
Il ‘Pibe de Oro’ ha subito una caduta ma è
tornato in piedi e il film di Kusturica ci racconta non solo
di quanto fosse grande quest’uomo in passato, ma anche
di quanto sia ancora grande oggi: “Sono un idealista.
Per me Maradona sarà sempre più forte degli
effetti della droga che prendeva. E’ un artista. E un
artista deve superare i propri limiti, rifiutare il piedistallo
su cui ti pone la società, per poi distruggerti e seppellirti”.
Maradona parla degli anni dell’abuso, rivelando la sua
umanità e qualità di grande sportivo, che gli
hanno permesso di superare l’avversità.
Durante il processo di lavorazione del film, Maradona recupera
la salita, si confronta con il suo passato, esorcizza i suoi
demoni. Questa è la storia di un uomo che vive di nuovo.
Diego Maradona di Emir Kusturica. Il risultato è strepitoso,
assoluto, vivace, caotico, ricco di emozioni. E di musica.
Come nella scena in cui Manu Chao canta “La Vida Tombola”,
la sua ultima canzone su Maradona. Il cantante rivela al magazine
“So Foot”: “All’inizio Kusturica voleva
“Santa Maradona” per il suo film. Io non avevo
nulla in contrario. L’idea di partecipare in un meeting
fra Kusturica e Maradona per me era già abbastanza.
Sono molto diversi, ma rappresentano due tori, ai miei occhi.
Una grande coppia… Volevo davvero far parte del film.
Ho chiesto a Kustu di darmi la possibilità di scrivere
una canzone nuova, di mettermi in gioco dal punto di vista
artistico. Poi ho incontrato Diego a Napoli. All’inizio
ho pensato a "Mala Fama", del mio ultimo album.
Poi ho scritto “La Vida Tombola”, l’ho cantato
con due chitarre in Argentina per Diego, lui era appena uscito
dalla sua macchina. Kustu ha ripreso la scena”.
“Si yo fuera Maradona viviría como él
…mil cohetes… mil amigos y lo que venga a mil
por cien… (Se fossi Maradona, vivrei come lui, mille
botti... mille amici e tutto al 100 percento...)
Il regista di “When Father Was Away on Business”,
“Time of the Gypsies”, “Underground”
e “Black Cat, White Cat” ha trovato l’anima
gemella e un perfetto soggetto cinematografico: “La
vita di Maradona è così ricca, così sfumata,
che non cambierei nulla, anche se facessi un film di fiction”.