Terrorizzato
dagli ovini e reduce da una terapia, Henry Oldfield (Nathan
Meister) torna alla fattoria di famiglia per venderla al fratello
maggiore Angus (Peter Feeney), completamente all’oscuro
del fatto che qualcosa di davvero terribile sta accadendo:
Angus sta portando avanti un esperimento di ingegneria genetica
sulle pecore.
Quando
degli inetti ambientalisti liberano un agnello dal laboratorio
di Angus, centinaia di pecore si trasformano in predatori
assetati di sangue. Insieme al fattore Tucker (Tammy Davis)
e ad una ragazza, Experience (Danielle Mason), Henry si trova
intrappolato nella fattoria ed il suo peggior incubo si trasforma
in realtà.
Combattendo
con ogni mezzo per trovare una via di uscita, l’intrepido
trio scopre che il peggio deve ancora arrivare: il morso delle
pecore infette sembra avere effetti allarmanti.
Henry
deve trovare il modo di togliere il controllo della fattoria
al fratello maggiore, sconfiggere il gregge assassino e salvare
i pascoli della Nuova Zelanda.
LA PRODUZIONE
BLACK
SHEEP è stato girato nei pressi di Wellington, in Nuova
Zelanda, tra marzo ed aprile 2006. Alcune location sono state
allestite in sei fattorie sulla costa sud di Wellington.
Un’irriverente
storia nel cuore della rurale Nuova Zelanda, una battaglia
tra scienza e natura, questo e molto altro è il debutto
alla regia di Jonathan King. Un film che risponde in un modo
tutto suo alla domanda presente da sempre in Nuova Zelanda:
saremo conosciuti sempre come una piccola nazione isolata
e dominata dalle pecore?
BLACK
SHEEP ci fa vedere come le pecore sono vere e proprie icone
venerate. Ci mostra tanti luoghi comuni della Nuova Zelanda,
le emissioni di metano, i coprisedili della auto, la cucina
e ovviamente le pecore...
Più
di un centinaio di animali, varie pecore addestrate e moltissime
ricostruzioni di greggi, create dal famoso Weta Workshop,
hanno fatti sì che il vasto mondo ovino rivivesse sullo
schermo.
BLACK
SHEEP è stato realizzato grazie alle enormi capacità
ed alle infrastrutture che la Nuova Zelanda ha sviluppato
negli ultimi anni grazie anche alle riprese della trilogia
de Il Signore degli Anelli e King Kong.
NOTE
DEL REGISTA
BLACK
SHEEP è lontano da The Evil Dead e Bad Taste di Peter
Jackson, ma sicuramente sono stati i film più formativi
per me e per la realizzazione di questo film
Ed è stato scritto con la fusione di due cose nella
mia testa: i film horror e le pecore.
LE IDEE
BLACK SHEEP gioca con l’immagine che il mondo ha della
Nuova Zelanda: le pecore e i paesaggi.
Prendere queste immagini e trovare il modo di mischiarle con
scene violente, eccessive, grottesche e divertenti è
stato terribilmente spassoso.
È
stato anche eccitante trovare un modo per trasformare le pecore,
simbolo di mansuetudine, in orribili mostri sfruttando le
loro sembianze. Sono animali con zoccoli appuntiti, denti
acuminati e neri ed occhi da lucertola. Ci vuole solo un po’
di immaginazione e vedrete anche voi una pecora come un animale
inquietante, e quando ne vedrete centinaia e migliaia tutte
insieme l’effetto sarà terrificante
La parte successiva del lavoro era immaginare quello che sarebbe
successo se questo tipo di pecore ed alcune persone si fossero
incontrati...
Gran
parte dell’aspetto umoristico del film è dato
dalla natura stessa delle pecore e da come sono considerate
in Nuova Zelanda, cioè docili animali che cooperano
con l’uomo e teneri oggetti da souvenir.
LAVORARE CON WETA WORKSHOP
Ci riteniamo privilegiati ad avere avuto il supporto di Richard
Taylor e della Weta Workshop fin dal primo sviluppo del progetto.
Sono stati la chiave per trasformare le pecore in mostri e
per far fare alle pecore ciò che non avrebbero mai
fatto in natura.
NON LAVORARE MAI CON…
Come è stato possibile lavorare con le pecore? Molto
lentamente! I nostri addestratori avevano lavorato anche in
Babe per cui erano più che qualificati per questo difficile
compito. Appena li abbiamo contattati spiegando loro il progetto
hanno detto che avevano gli animali giusti. Infatti le pecore
erano straordinariamente addestrate, rispondevano al comando
di stop, di chiamata e seguivano le direzioni indicate in
cambio di piccoli bocconi di cibo (non così diverse
dagli umani a voler ben vedere). Ma ci sono dei limiti oggettivi,
per cui subentravano gli effetti speciali.
Ovviamente
non abbiamo mai fatto del male alle pecore durante le riprese
(anche se devo confessare cha a volte avrei voluto). D’altro
canto invece lavorare con gli attori in carne ed ossa è
stato un vero e proprio piacere, hanno interagito con le pecore
in modo davvero professionale e con estrema pazienza. A volte
abbiamo dovuto girare la stessa scena per decine di volte
perchè le pecore non andavano nella direzione giusta.
Altre volte, in base a quello che facevano le pecore loro
dovevano essere pronti per la scena…e lo erano sempre!
È davvero eccitante vedere che i personaggi su cui
hai lavorato per anni, stanno prendendo forma ed il cast tutto
si è impegnato per dare vita e tridimensionalità
ai personaggi stessi. È stata una sfida per tutti,
a causa del tempo, delle condizioni meteorologiche, delle
lunghe giornate di lavoro, ma abbiamo creato un clima di divertimento
e con un ottimo spirito siamo riusciti a portare a termine
un lavoro in cui traspare questo affiatamento.
LE
RIPRESE A WELLINGTON
Sono orgoglioso di aver fatto le riprese e di aver ambientato
l’intera storia di BLACK SHEEP nei pressi di Wellington,
dove vivo. Coste frastagliate, ripide scogliere a picco sul
mare e paesaggi che mi hanno influenzato fin dall’infanzia.
La
nostra fattoria si trova a poco meno di un’ora e mezza
dalla città, ma sembra distante centinaia di chilometri
da qualunque posto.
Nel momento in cui ho visto la fattoria mi sono reso conto
che era la location perfetta, una costruzione del 19esimo
secolo a circa 90 minuti dal distretto di Wairarapa. Il sinistro
laboratorio era una stazione di trasmissione radio che serviva
tutta la Nuova Zelanda.
Girare BLACK SHEEP è stata l’esperienza più
incredibile di tutta la mia vita. È stata una sfida
estenuante, divertente e toccante….il tutto durante
il marzo più freddo e piovoso degli ultimi 50 anni.
È stato un sogno diventato realtà…